Social media monitoring, content curation

Post di servizio, mi prendo due appunti.
Partendo da una segnalazione di Pierluca Santoro su FF, arrivo a una discussione su Quora – sì, il nuovo giocattolone per farsi domande e darsi una risposta, però serio (finora) – dove ci si pone il problema di quali siano i sistemi migliori per pettinare i flussi (già qui parlavo di strumenti webbased per reimpaginare i flussi di twitter o facebook).
Bisogna monitorare centinaia di fonti, selezionare, organizzare tematicamente, reinoltrare su propri spazi web con pertinenza, facendo tutto con efficienza (cliccare il meno possibile: con un bottone sulla barra o altrove devo poter prendere qualsiasi cosa e metterla dove voglio), e magari anche in modo collaborativo, se pensiamo a gruppi di lavoro tipo delle Redazioni, nelle aziende o nelle PA o dovunque una fetta di lavoro quotidiano riguardi questo controllare e pubblicare.
Controllare e rispondere ai post sul proprio blog, scartabellare nell’aggregatore per trovare articoli o blog interessanti, scrivere dei twit o delle cose come rilanci e aggiornamenti, schedularne la pubblicazione nel corso della giornata, fare un giro sui socialcosi twitter facebook linkedin per vedere reazioni e commenti e nel caso replicare, controllare la posta e gli alert per ricavarne ulteriori segnalazioni o prendere appunti per le bozze dei post futuri, fare un giretto sui servizi webbased di monitoraggio feed e tematiche calde, controllare le statistiche e gli strumenti di feedback per aggiornare il proprio flusso. In fondo, tutti noi siamo i social media manager del nostro lifestreaming, siamo al centro della nostra community, e se queste cose le fa qualcuno per lavoro dentro una Redazione magari ha bisogno di strumenti più performanti.
Alla buona, ma con buona efficienza, queste funzioni di ascolto e (ri)pubblicazione possono essere svolte utilizzando bene il proprio aggregatore (ma in GReader è difficile avere feed in uscita ben differenziati), Tumblr, Delicious o comunque servizi di bookmarking che poi emettono un feed, qualcuno usa una stanza di Friendfeed per raccogliere feed e ottenerne uno solo in uscita, qualcuno fa lo stesso smanettando con Pipes. Un certo numero di bookmarklet sulla barra non può mancare. 
Ripeto: non bisogna ragionare soltanto sul social media manager isolato (la figura professionale che rivestiamo noi stessi per il nostro lifestreaming, o che immaginiamo nelle sue mansioni lavorative dentro un’organizzazione che conversa su web), ma anche sull’insieme dei collaboratori che dentro un’organizzazione lavorativa devono poter facilmente segnalare un feed, in modo da farlo arrivare al social media manager già un po’ confezionato, magari aggiungendo due righe di contesto. 
Ogni collaboratore dovrebbe avere i propri luoghi social dove inoltrare segnalazioni pertinenti, e il responsabile della pubblicazione dovrebbe feedarsi a queste fonti per poi compiere l’atto finale del pubblicare sulle piattaforme.
Oppure certi software di pubblicazione di contenuto (anche WordPress) offrono la possibilità di creare a esempio dei blog multiautore, e facendo mettere un relativo bookmarklet sulla barra ai collaboratori questi ultimi possono facilmente mettere in bozza una pubblicazione, da rivedere e pubblicare a cura del responsabile di redazione.
E poi c’è il sottoinsieme degli strumenti che servono per monitorare sé stessi, il proprio brand.
Da quella discussione su Quora emergono le indicazioni degli strumenti per curare il contenuto (content curation tools) che vanno per la maggiore. Strumenti che devono permettere di segnalare news o feed, che devono permetterne di scoprire fonti nuove per tag o categorie o parole chiave, che organizzino bene il tutto, che offrano la possibilità di feed separati in uscita, che permettano di stabilire i tempi e i modi di pubblicazione.
Quei professionisti su Quora parlano di pearltrees, di curated.by, di paper.li, di scoop.it, di trunk.ly, di pinboard.in, di mysyndicaat.com, di amplify.com, di storify.com (e il verbo “storificare” mi piace, ma se volete anche storiare, storieggiare, ovvero creare storie), di feedly.com, di diigo.com; qualcuno di questi è un servizio di bookmark che si è espanso alla pubblicazione, qualcuno è più un aggregatore ripensato social, qualcuno è un servizio di pubblicazione che però è stato progettato per ascoltare e reinoltrare.
Su Pearltrees c’è anche una mappa di dove si parla di Content curation, qui.
Poi arriva il solito Robin Good, e mette giù una megamappona fatta con Mindmeister, rimandandoci a un suo post accurato intitolato “Real-time news curation – the complete guide”, dove si trovano altrettanti begli spunti per strumenti e buone pratiche (insieme all’indicazione che proprio Robin Good aveva parlato di newsradar nel 2004, precorrendo le esigenze dei tempi)
Qui e qui ci sono due articoli interessanti, sulla Social media strategy e sullì’rganizzazione di una redazione web di tipo corporate per ottimizzare la propria presenza sui social, con riflessioni sulla valutazione.

Qui c’è una presentazione su come organizzare social marketing.

Ora vado a provare tutto, chissà cosa scoprirò.

UPDATE da un thread su Quora, alcune indicazioni di Scoble

There are the paginator approaches:
Flipboard
Paper.li
Instapaper
The Shared Web
LazyScope

There are the algorithmic approaches:
My6Sense
Genieo
Ellerdale Project (will show up in Flipboard next year)
SkyGrid

There are the filtering/sifting approaches:
DataSift
Research.ly

There are the curation approaches:
Pearltrees
Curated.by
Storify

The aggregator approaches:
Techmeme
Google News
Huffington Post
etc etc

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