E svegliarsi la mattina

Un paio di mesi fa ho fatto una chiacchierata con studenti di Scienze Politiche a Trieste, già laureati, dentro un bel corso post-universitario dedicato alla progettazione sociale; mio scopo era dar loro dei suggerimenti e nuovi punti di vista sul Territorio e le collettività che lo abitano, mostrando le reti tecnologiche e comunicative secolari e recentissime duepuntozero, affinché la percezione prima e la progettazione sociale poi (il “leggere” e lo “scrivere” il Territorio) potessero essere potenziati dalla conoscenza dei nuovi comportamenti mediatici resi possibili dalle nemmeno-tanto-nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione.

Il momento clou è stato alla fine, quando ho chiesto un feedback dall’aula, provando a far liberamente esprimere i ragazzi (trentenni) sulle motivazioni del loro voler progettare interventi sociali, su quale cambiamento intendessero agire rispetto alle proprie collettività di appartenenza: si alza uno, peraltro sveglio, e forse per gusto di contraddizione mi risponde che secondo lui non è necessario sempre progettare interventi sociali finalizzati al cambiamento. Cioè, il tipo stava sostenendo che talvolta bisogna progettare per mantenere lo status quo. Mah.

Domani invece a Padova parlo per un’oretta alla Scuola di Dottorato di Ricerca in Filosofia, su tematiche attinenti agli ambienti digitali per la ricerca e la divulgazione.
Pensavo di raccontare qualcosa di BarCamp e di Pecha-Kucha e di altre nuove modalità sociali e socializzanti di far convenire delle persone in un luogo stabilito, cercando con il supporto del social web di moltiplicare la circolazione delle idee e l’instaurarsi di nuove reti amicali/professionali. Una parte dell’esposizione la dedicherò sicuramente ai supporti mediatici interattivi, come Twitter, la Twitter-bacheca, gli SMS, i wiki, webtv, chat laterali parallele, tutte cose che abbiam visto fiorire in questi ultimi mesi.
Dopo aver organizzato l’ActionCamp, dopo aver partecipato a CitizenCamp, TrainerCamp, VenetoExpoCamp, mi sono fatto alcune idee su come le buone prassi collaborative online possano efficacemente esondare fuori dagli schermi, per connotare di sé gli incontri reali di noi wetware.

Userò Tumblr per allestire dei supporti informativi ai miei sproloqui, per punteggiare il filo solitamente ingarbugliato del mio discorso: con le presentazioni sono arrivato al punto di saturazione.

Sistema bibliotecario di Ateneo filo3

Un pensiero su “E svegliarsi la mattina

  1. EdTv

    eh no caro,
    non te la cavi così ;)

    Quando uno ti oppone conservazione a innovazione, tu dialetticamente cosa proponi?

    Nel senso, con quale strategia pragmatica risolvi la sua obiezione?

    Mi interessa molto. Thx

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