Per evolverci rapidamente

Sono decenni che ci prendono in giro. Ci han fatto pagare dei pc assemblati delle cifre folli, e dopo un anno lo stesso computer costava la metà. Hanno pronti dispositivi più performanti, schermi migliori, memorie più capienti da anni e anni, e tengono queste cose in magazzino; sgranano nel marketing certe millantate novità tecnologiche che avrebbero potuto vedere la luce anni fa, c’è tutta una filiera che deve arricchirsi, e quindi centellinano i prodotti, per monetizzare al massimo il nostro voler possedere dispositivi. Aggeggi di elettronica che a prodursi costano un ventesimo del prezzo di vendita attuale, le cui spese per ricerca sono state abbondantemente ammortizzate.

Un pad o un notebook dovrebbero costare 150 euro, un netbook o un tab 100, uno smartphone touch 80 euro, un ebookreader 50 euro. Fattibilissimo.
Ne venderebbero miliardi di questi dispositivi, le aziende di hardware sarebbero comunque ricche uguale.
Ma loro vogliono fare i soldi subito, vendendoti una scatoletta. Mentre il business dovrebbe piuttosto essere orientato al software, a progettare produrre distribuire oggetti culturali e applicativi di fruizione, e questi sarebbero i servizi per cui le persone pagherebbero volentieri.

E noi tutti vivremmo dentro un tsunami culturale meraviglioso, sostenuto da dispositivi elettronici ubiqui e economici, e con facilità moltiplicheremmo le fonti da cui imparare e i luoghi su cui esprimerci.

3 pensieri su “Per evolverci rapidamente

  1. ildan

    Immagino sia un post ironico… o alcolico :)

    Io lavoro nel software e ti assicuro che farlo bene non è facile. Per l’hardware credo valga lo stesso discorso. Se “aspettassero” sempre di avere la tecnologia perfetta prima di introdurla al pubblico saremmo all’età della pietra. C’è bisogno di un ecosistema di teste pensanti per produrre tecnologia avanzata. Io ho una visione olistica e rifuggo ogni complottismo.

    Gli utenti e la tecnologia si sviluppano di pari passo. Pensa ai primi telecomandi TV: mille bottoni per centomila funzioni. Guarda quelli di ora: volume +/-, canali +/- e poco altro: ovvio. Ma per capirlo c’è voluta una generazione di utenti.

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  2. Giorgio Jannis

    Ahimè, poco alcol :D

    Ma Dan, io intendevo dire forse il contrario, cioè che questa gente a bella posta ritarda il mercato e spucula su trucchetti di bassalega, per monetizzare (pensa a esempio a quello che sta succedendo con i lettori di ebook, la guerra dei formati, la guerra delle piattaforme distributive – ci si è messa anche Telecom ora, con Biblet, e in modo subdolo e sospetto).

    Un pc del 2005 andrebbe benissimo anche oggi, con un po’ di ram: ma dovrebbe costare 100euro, visto che produrlo ne costa 40.
    Al contrario, oggi dovrebbero venderci cose serie, essendo già disponibili tecnologie (memorie flash, schermi, processori) avanzate, che però vedremo commercializzate tra due anni, a prezzi esosissimi.

    Se ognuno di noi avesse un ebookreader, un iPad, una macchina fotografica decente, un telefono touch il mercato volerebbe, e ci si potrebbe appunto concentrare sul produrre software e contenuti di qualità (arriverebbero molti soldi), e tu lavoreresti molto di più, e tutti saremmo più contenti.

    Ma ti correggo: sono annoni che siamo una generazione di UTONTI, e paghiamo tecnologia di bassa qualità, vecchia, dollaroni sonanti.

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  3. ildan

    Infatti io ti ho scritto proprio perché non condivido il para-complottismo, se mi permetti il termine :)

    C’è un sacco di gente (distribuita in tutta la popolazione) che il computer non lo sa e non lo vuole usare. Ma se vogliamo farglielo usare dobbiamo fare macchine semplicissime e non cose orrende da smanettoni (te lo dice uno che ha portato Linux a Udine nel 1990 su 14 floppy). Per fare macchine semplici ci vuole hardware veloce e raffinato. Praticamente delle commodity marchiate Ferrari. Per fare delle commodity Ferrari ci vogliono dei prezzi bassissimi in tutta la filiera produttiva e questo sta accadendo con una velocità pazzesca rispetto a tutta l’industria precedente (pensa, chessò, alla bicicletta dall’invenzione alla diffusione di massa) e non il contrario.

    Non spieghiamo poi con arguzia e malizia quello che si può benissimo spiegare con ignoranza e stupidità. Perché torna: Jobs è davvero uno bravo mentre ai vertici di Telecom ci sono delle mezze tacche che fan casini con Waterloo e Napoleone figurati con iPad e ePub…

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