Autopoiesi e regionalità

Credo che l’attribuzione del nome, definitivo ovvero “il migliore” tout court, dei luoghi antropici di questo miserello pianeta dipenda in ultima analisi solamente dalle scelte di quelli che colà ci vivono. Gli Abitanti, appunto. Se parlando con un niuiorchese pronuncio “Nuova York” lui fa bene a riprendermi, e dirmi “Scusa, la mia città si chiama Niu Iorch” in italiano approssimativo o perfetto. O anche in inglese: (io) “Yes, Nuova York really is a very beautiful city” (John Doe) “Hey, just call it New York!”

Viceversa, mi piacerebbe che chiunque dicesse “Venezia” e “Firenze”, proprio così come il suono che sentite voi italiani mentre pronunciate queste parole. Foss’anche papuaso o guatemalteco colui il quale. Io faccio un favore a tutti, tutti mi fanno un favore, ecco.

E allora ascoltando il telegiornale mi sono accorto che vengono utilizzati nomi geografici peculiari per denominare certe zone italiane, estensioni di territorio in qualche modo capaci di fare concetto a parte, per come vengono pensate dalle popolazioni italiane o anche extranazionali.

Ho fatto una ricerca, e ho trovato questi. Per dirla tutta, credo che questi territori vengano rappresentati nella mente dei parlanti come maggiormente aderenti ad un sentire collettivo (rispetto ad esempio a regioni imposte con un tratto di penna), più vicini ad una percezione antropologicamente fondata del proprio spazio vitale, della collettività di appartenenza, dell’orizzonte della mia vita (che per il 90% del tempo vivo/penso nel raggio di 15km da casa mia)

acquese, alcamo, apulia, aspromonte, ausonia, barbagia, belice, bisiacaria, brianza, bruzio, cadore, campidano, campi flegrei, canavese, capitanata (daunia), carnia, carso, casentino, chiana, chianti, cilento, cinque terre, ciociaria, circeo, colli euganei, dolomiti, emilia, etruria, franciacorta, gallura, garfagnana, gargano, insubria, irpinia, japigia, langhe, lessinia, locride, lomellina, lucania, lunigiana, marcesina, maremma, marsica, martesana, matese, metapontino, monferrato, montefeltro, mugello, murge, ogliastra, piceno, presila, polesine, romagna, romandìola, sabina, salento, sannio, sarcidano, sila, slavia, terra di lavoro, tigullio, tuscia, vallagarina, vergante, versilia, vulture

L’estensione dell’Umwelt sociale, lo bolla/spazio in cui ci collochiamo nel pensarci come individui e come collettività dipende certo dalla prospettiva da cui ci guardiamo: vi è differenza tra l’orizzonte di vita di un celebre avvocato a Torino rispetto al povero falegname in una valle dell’Appennino.

Ma il sentimento di abitare, preso in sé, è lo stesso nei due personaggi. Posso esplorare il sentimento di abitanza nella sua formazione culturale, con strumenti adeguati. In questo caso dovendo scegliere un livello di pertinenza dei codici da analizzare, lo sguardo semiotico si pone su oggetti culturali connotati dal loro essere “etichette” geografiche e socioterritoriali, storicamente collocabili, segno di appartenenza, oggetti vissuti talvolta come orgoglio talvolta come onere. Quasi mai territori troppo estesi. Se ne potrebbero raccontare delle belle… quasi quasi pubblico qui un indice ipotetico per un paper, per sviluppo collettivo.

Scrivetemi per cortesia se trovate inesattezze nei nomi, se ne conoscete altri, se avete notizie capaci di caratterizzare un territorio, etc.

Mi chiedo se si può coprire tutta l’italia con i veri nomi dei luoghi dove le persone abitano, nomi dati da loro stessi entro una cornice insieme mentale e territoriale unica come unico è ogni luogo di questo pianeta.

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