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Open Source in Regione FVG, sito morto

Sono anni che parliamo di utilizzo di software opensource nelle pubbliche amministrazioni, ci sono anche le leggi nuovissime e meravigliose che ne stabiliscono la precedenza nell’adozione rispetto a soluzioni commerciali.
La Regione Friuli (trattino) Venezia Giulia ha promosso nel 2009 la realizzazione di CROSS, un portale

“attivato nell’ottica delle nuove strategie di innovazione programmate con il Piano strategico della Regione FVG.
Il progetto, presentato dalla Direzione centrale organizzazione, personale e sistemi informativi e coordinato dal servizio eGovernment, come azione di innovazione tecnologica ICT, intende creare un Centro Regionale per l’Open Source Software (CROSS) con l’intento di favorire la diffusione del Software Open Source nelle PA e nelle imprese presenti sul territorio regionale. “

e tenete presente che questo copiaincolla dal sito non avrei nemmeno potuto farlo, perché a pie’ di pagina c’è scritto “Copyright ® 2009 Regione FVG”. Che ridere.

Ma il problema è questo: perché questo sito è morto? Ha pubblicato una cosetta come fotografia del territorio rispetto alle soluzioni informatiche adottate (con errata corrige), ha segnalato un’altra cosetta in un convegno, ha fatto un po’ da vetrina domanda-offerta. Proprio adesso che sarebbe utilissimo, e servirebbe un regìa regionale per l’attuazione dell’Agenda digitale declinata contestualmente su necessità e peculiarità regionali.

GIOVANIFVG.IT – convegno e workshop a Udine

Domani c’è un convegno alla Fiera di Udine, organizzato dalla Provincia e dalla Regione FVG, per parlare di Cultura digitale, di politiche giovanili, per rilanciare il portale regionale giovanifvg.it.

Trovate qualche informazione su questa pagina, qui e qui il pdf della brochure d’invito (o cliccate sulle immagini sotto).
A me toccherà tenere il discorso iniziale (“Abitare in Rete. Luoghi e narrazioni, socialità e partecipazione delle comunità tecnoterritoriali”) e tirare le fila della giornata, con un breve intervento riassuntivo finale. 
Tratteggerò le caratteristiche del cambiamento culturale indotto dalle ormai-non-più-tanto-nuove Tecnologie dell’Informazione e della Comunicazione, proverò a raccontare le nuove forme della socialità digitale, cercando di tener fermo il cardine del discorso sulle nuove potenzialità comunicative offerte dal web ai territori e alle collettività che li abitano.
Si tratta di mostrare a assessori e responsabili delle politiche giovanili regionali le strade già oggi percorribili di un diverso approccio alla progettazione sociale, dove nel costruire ambienti e strumenti e iniziative locali sia possibile tenere da subito in considerazione i comportamenti mediatici delle nuove generazioni, per favorire l’emergere delle dimensioni partecipative offerte dalla Rete e per praticare forme concrete di Cittadinanza digitale.
A seguire, robe di breakdance, video, pittura, spettacoli. Poi Alessio Bertallot al parco del Cormor. Ci vediamo là.

 

PRESI NELLA RETE: COME FAR CENTRO NELLA COMUNICAZIONE

di SABATO 28 MAGGIO 2011
a partire dalle ore 14.30
presso il Centro “Città Fiera” di Torreano di Martignacco – Udine

Jannis in friulano – Licôf

“La Patrie dal Friûl” è una rivista culturale mensile in lingua friulana, fondata nel 1946. Qui trovate la relativa voce su Vichipedìe, qui trovate il sito webqui il gruppo su Facebook.
Qualche giorno fa è uscita la prima pubblicazione del 2011, e dentro c’è anche un mio pezzo sulla Cultura digitale e sull’abitare in Rete. La Patrie infatti ospita da qualche tempo degli articoli dedicati al web e alla socialità in Rete, esplorando come la comunità friulanofona nel mondo dia immagine di sé in Internet. Per tutto il 2011 curerò sulla rivista una rubrica intitolata “Licôf”, dove proverò a ragionare spero senza annoiare troppo riguardo le modificazioni socioculturali che le tecnologie dell’informazione e della comunicazione stanno apportando ai nostri stili di vita.
Io capisco bene il friulano, però lo parlo poco e di questo un po’ mi vergogno (sono uno studioso dei linguaggi, e avere l’opportunità di conoscere un’altra lingua e non praticarla mi sembra davvero uno spreco notevole), e decisamente scriverlo è un “affar serio”, come si dice dalle mie parti, per via della grafia ufficiale della lingua friulana.
Ringrazio Andrea Dree Venier e Christian Romanini, che mi aiutano in questa avventura.
Insieme al Dree, e con Matteo Baldan e Michele Calligaris, mi trovate anche sul blog collettivo Furlans digjitait furlan, dove vengono riproposti gli articoli relativi alla Cultura digitale pubblicati su La Patrie dal Friûl insieme a molte altre segnalazioni e riflessioni attinenti.
Qui sotto incollo l’articolo che ho scritto, in italiano. Per leggerlo in friulano, fraccate qui.

Licôf
Allargare lo sguardo sulla Rete

Giorgio Jannis per La Patrie dal Friûl

Una volta si diceva “navigare” in internet, ma quel verbo oggi non soddisfa più, non è più adeguato. L’idea del web come di un mare da esplorare, di archivi e biblioteche elettroniche come isole da visitare e forse razziare non corrisponde più ai nostri comportamenti odierni.
Noi oggi abitiamo stabilmente in Rete. Lì dentro abbiamo la posta, la banca, il Comune e le imprese, giornali e libri, il cinema e la radio. In quindici anni abbiamo costruito sul web Luoghi di socialità frequentati da milioni di persone, piazze e salotti dove ogni giorno partecipiamo al dibattito pubblico leggendo e commentando quello che altri hanno scritto. Noi stessi produciamo contenuti che poi pubblichiamo nelle nostre nuove case digitali, sui blog e sui social network che frequentiamo.
In Rete ci siamo costruiti un’identità sociale, ritrovato o coltivato affetti e relazioni, abbiamo una reputazione e sappiamo a chi dar fiducia. Esprimiamo liberamente noi stessi nelle conversazioni, e pian piano stiamo diventando consapevoli dei nostri diritti come cittadini digitali.
Questa visione più chiara e leggibile del nostro fare può essere beninteso riferita anche a soggetti ampi come le collettività umane, agli attori sociali e alle comunità locali che grazie alla Rete possiedono oggi strumenti partecipativi aperti e democratici per dare immagine e racconto mediatico del loro concreto abitare sul territorio. Finalmente può emergere una identità sociale realmente polivocale e pluralista, nei nuovi Luoghi del territorio digitale.

Ma se ho delle nuove case da abitare, allora ci vuole un’inaugurazione.

Il licôf come inaugurazione, lo sappiamo, è da intendere come un rituale sociale festoso per “bagnare” con dei brindisi quello che abbiamo creato, quello che prima non c’era. In quella frasca di pino apposta sul tetto delle case appena costruite, ricongiungendo Natura e Cultura, leggiamo in prospettiva mitologie e narrazioni che l’umanità mette in scena per sé stessa, nel suo costruire manufatti e adattare tecnologicamente il territorio alle proprie esigenze insediative.

Con queste pagine espressamente dedicate alla Cultura Tecnologica e Digitale la Patrie dal Friûl inaugura ufficialmente una sezione editoriale che parla di Luoghi web e di socialità online, e questo è un primo licôf. La Patria al contempo sta consolidando i propri Luoghi web, assume in modo sempre più forte e definito identità e connotazione anche nel mondo digitale, e questa può essere considerata una seconda inaugurazione.

Vi è forse spazio per un parallelo: nel mondo fisico il licôf viene festeggiato al momento della costruzione del tetto della casa, ma quest’ultima è ancora lungi dall’essere abitabile, dovendo ancora essere ultimate le strutture interne, gli impianti, l’arredo. Nel mondo digitale, avendo a che fare con oggetti e ambienti immateriali, sappiamo bene che al di là della pubblicazione sempre rivedibile e migliorabile di un sito o di un blog il vero impegno consiste nel mantenimento della comunicazione, per “arredare” in modo sempre più confortevole i Luoghi di socialità web, per immettere nel dialogo pubblico contenuti di qualità.

Questo licôf digitale, segno di un impegno, indica la promessa di un lavoro nel tempo, come nel tempo avviene l’azione dell’abitare, quel mantenere e avere cura dei territori oggi indifferentemente fisici o digitali dove viviamo e esprimiamo noi stessi, nella civile conversazione.

Bambino down e straniero, arrangiati

La notizia mi arriva via Giornalettismo. Nei prossimi giorni leggerò sui giornali le smentite, i distinguo, le prese di posizione, nel frattempo continuo a evitare di sprecare tempo articolando ragionamenti: l’espressione “sono delle merde”, già altre volte qui utilizzata, riassume perfettamente il mio pensiero.
Governatore Tondo, vedi di fare qualcosa di dignitoso. E non intendo dare un assegno a un caso isolato, ma garantire agli abitanti di questa Regione di vivere ancora in un posto civile, impedendo che queste cose avvengano.

Beni culturali friulani su web, 3D e cellulari


Fonte: Agi

Il patrimonio storico-artistico del Friuli Venezia Giulia, gia’ catalogato dal centro di Villa Manin di Pasariano (Udine) integrato con altri data-base, entro un paio d’anni sara’ a disposizione di tutti sul web con un semplice ‘clic’ oppure in altre modalita’ come cellulari e modelli 3D.
Ne potranno usufruire sia turisti, sia cittadini, visitatori di musei, siti archeologici e beni storici e artistici presenti sul territorio.

Lo prevede il progetto Informatica e web per i beni culturali, servizi innovativi mobili e 3D per il turismo, finanziato dalla regione Fvg e al quale lavorano da un anno i Dipartimenti di storia e beni culturali, di matematica, informatica e georisorse dell’Universita’ di Udine assieme a Friuli Innovazione e alla sovrintendenza del Friuli Venezia Giulia.

“Con questo progetto il Friuli Venezia Giulia emerge a livello nazionale per qualita’ della ricerca, concretezza e innovazione con ricadute immediate sul territorio e in questo caso sulla valorizzazione dei beni culturali”, ha detto, congratulandosi con Friuli Innovazione e Universita’ di Udine, l’assessore regionale al lavoro, universita’ e ricerca Alessia Rosolen.
Complimenti accolti con gratitudine dal rettore dell’Universita’ di Udine, Cristiana Compagno che ha sottolineato come “qui al Parco si vedono sempre piu’ spesso nascere le cose, si tocca con mano come delle idee diventino progetti e poi realta’ per il territorio” e dal presidente di Friuli Innovazione e sindaco di Udine Furio Honsell che ha ricordato come in questo progetto si siano “coniugate mirabilmente le conoscenze informatiche con quelle della conservazione dei beni culturali”, due settori nei quali l’Universita’ di Udine vanta primati nazionali per aver dato vita alla prima facolta’ di Conservazione dei beni culturali e fra le prime in informatica d’Italia.
“In momenti come questi si apprezza ancor di piu’ – ha aggiunto Honsell – come sia indispensabile investire in cultura, perche’ solo cosi’ si costruisce il futuro”.

E’ stata la prof. Donata Levi dell’Universita’ di Udine a presentare il progetto, giunto alla fine del primo anno e che proseguira’ nei prossimi due e che prevede di mettere a disposizione di tutti sul web il patrimonio storico artistico del Fvg gia’ catalogato dal Centro di Villa Manin, integrato con altri database sulle vicende conservative e sui cantieri di restauro. Una quantita’ enorme di dati, e immagini, che saranno disponibili anche in altre modalita’ (cellulari e modelli 3D). Ne potranno usufruire sia turisti sia cittadini, visitatori di musei, di siti archeologici e di beni storico-artistici presenti sul territorio. Sul progetto, finanziato dalla Regione, stanno lavorando da un anno i Dipartimenti di Storia e tutela dei beni culturali, di Matematica e informatica e di Georisorse dell’Universita’ di Udine, Friuli Innovazione e la Soprintendenza del Friuli Venezia Giulia.

Buttarsi in politica? Aprire un blog

Il blog personale del governatore regionale diventa un vero Luogo di comunicazione politica, e questo significa che il prossimo governatore dovrebbe avere già oggi un blog, o comunque abitare la rete con atteggiamento partecipativo alla Grande Conversazione e con una identità delineata. Magari, e rendiamogliene atto, un blog come questo di Tondo, da sempre scritto in modo colloquiale e a volte conviviale, capace di raccontare semplicemente le azioni pubbliche e le riflessioni spicciole della persona renzotondo, ma proprio grazie a questa impostazione stilistica un blog da cui ricaviamo scintille di passione, posture esistenziali, il famoso “lato umano”, che da altre parti non può emergere, soffocato da linguaggio burocratese o politichese o da freddi comunicati stampa.

Orbene, potrebbe succedere un putiferio.

Tondo ha pubblicato una “lettera natalizia” da parte di gente che l’ha votato, e che però ora ha capito che i politici sono tutti delinquenti e quelli del PdL in particolare e quindi lo affanculano, però la lettera è firmata però le firme sono inintelleggibili tranne forse qualcuna che in fondo chi mi dice che non sia falsa e quindi perché ‘sta gente non si palesa sul blog e vuole provare a riproporre le domande lì in pubblico e così vediamo cosa risponde il governatore?

Ecco, avete capito.

Agorà politica, vera. Con nomi e cognomi, prese di posizione, discussioni, possibili risse e giustificazioni e “non intendevo dire questo”, però lo hai detto in un luogo web che ormai è defacto Luogo ufficiale di comunicazione politica, anche se l’impostazione è colloquiale e personale. Vedremo.
Come pure vedremo quali personaggi locali, oltre a Tondo e Tesini e a pochi altri che già da qualche tempo abitano in Rete in maniera dignitosa (conversazionale), sapranno esprimersi pubblicamente, in un dialogo continuo con sostenitori e critici, e perla mordi dio non con dei blog fasulli aperti giusto per farsi belli nell’ultima occasione elettorale pubblicando proclami e impegni e poi polverosamente abbandonati.

Tra qualche anno avremo nell’aggregatore tutti i blog dei politici locali, e quando si tratterà di andare a votare richiamare alla memoria il tal personaggio o talaltro, le sue azioni il suo stile i suoi atteggiamenti, avverrà con la forza di migliaia di righe di testo autografe, possibilmente decine di video e fotografie, ed il tutto contribuisce a rendere esponenzialmente più netta ed informata la percezione che ognuno di noi possiede dei personaggi pubblici della politica.

En passant, sono favorevole al fatto che per le prossime elezioni sia possibile, senza incorrere in reati tipo assembramento o riunione non autorizzata, salire su una cassetta della frutta in una piazzetta qualsiasi e perorare la propria causa, che è il modo migliore di bloggare politicamente quando ci serve poter bloggare anche nel mondo atomico, non solo in quello bittico.

Friul.tv

I mezzi di comunicazione oggidì al tempo del web conversazionale permettono e sollecitano partecipazione; la partecipazione suscita in noi sentimenti di appartenenza (alle collettività, ai Luoghi), l’appartenenza a sua volta diventa una delle dimensioni della nostra identità personale e sociale.

Con le nuove tecnologie il concetto di Abitanza (e forse anche quello di nazione, da interpretare sempre però in divenire, come flusso e processo) può attagliarsi a realtà non più caratterizzate da riferimenti geografici, da contiguità fisica degli individui e dei gruppi sociali: diventa possibile ad esempio concepire e realizzare forme consistenti di socialità – con annesso scambio di valori, atteggiamenti, competenze – tra persone lontane eppure accomunate da interessi specifici.

Un esempio concreto, e assai interessante per le sue implicazioni quasi antropologiche e per le indicazioni per l’agire futuro, è dato dalle nuove forme di riunificazione mediatica (che poi diventa collaborazione)delle comunità planetariamente diffuse di emigranti con la terra di origine; nel caso del Friuli Venezia Giulia, si tratta di potenziare le reti relazionali che intercorrono tra realtà locali e le comunità dei friulani e giuliani nel mondo.

In particolare, segnalo un convegno intitolato “Lenghis minoritariis, media, emigrazion“, promosso dalla Comunità Collinare del Friuli e dalla Cooperativa di Informazione Friulana, che si terrà oggi, venerdì 14 marzo, a Colonia Caroya in Argentina, città nota per essere stata fondata da popolazioni friulane alla fine dell’800, e dove tuttora si parla correntemente in friulano, perfino attraverso le frequenze delle radio locali (che grazie alla Rete, diventano glocali).

Il convegno potrà essere seguito in videoconferenza su www.friul.tv e in diretta radiofonica su Radio Onde furlane (90.00/90.20 Fm in Friuli, 96.60 Fm Argentina, www.friul.it per lo streaming).

Un NuovoAbitante della prima ora, Luca Peresson, si trova al momento proprio in Argentina, in quanto personalmente coinvolto nel progetto: ecco cosa dice riguardo alle nuove dimensioni della socialità praticabili grazie ai moderni strumenti offerti dal web:

«Un prin cambiament – al sclarìs Luca Peresson, espert di gnovis tecnologjiis e president dal Centri Friûl Lenghe 2000 – al è leât aes pussibilitâts dai gnûfs imprescj: chê di jessi informâts su chel che al sucêt te tiere di origjine (mert di television satelitâr, web, radio on line…), di colaborâ a distance a progjets comuns, di fâ rêt. Parie, i gnûfs mieçs a permetin di inlaçâ contats cu lis secondis e tiercis gjenerazions de emigrazion regjonâl, judant a ripuartâ la lôr atenzion viers la culture e la storie di provenience. No ultin – al zonte –, al è di considerâ ancje cemût che al podarès mudâ il rûl des associazions dai emigrants, se chestis a savaran doprâ lis oportunitâts dai gnûfs mieçs di rivâ in dut il mont».

La citazione è presa dal blog di Andrea Venier, ilFurlanist, dove oltre al programma completo del evento-convegno e delle tematiche dibattute troverete anche dei ragionamenti interessanti sulle implicazioni sociali del “Friuli in Rete”.

Trieste capitale d’Europa

Certo. Intanto, darebbe senso ad una città monca, privata del suo retroterra sessant’anni fa, eppur bella, con palazzi umbertini, storia mitteleuropea, multietnica.
Città di mare, in posizione unica, eccellenza nelle arti e nelle scienze, piena di interpreti e traduttori, ben connessa (tranne le ferrovie, ma si può rimediare), situata sulla cerniera che fino a ieri divideva est ed ovest. Simbolica eppur efficiente.
Pensateci: sarebbe la cosa giusta.
In secondo luogo, Trieste la smetterebbe di guardare solo al proprio “giardino produttivo”, ovvero il Friuli, e potrebbe finalmente stendere le gambe rapportandosi con quella dimensione europea a cui deve la sua notorietà. Già qui in regione parliamo cinque lingue (italiano, friulano, sloveno, tedesco, ladino) non sarebbe molta fatica aggiungerne un’altra ventina.